Crolla la capacità sulle rotte transpacifiche
Secondo Rotate, le compagnie anziché dirottare stiva su altre tratte stanno al momento tenendo fermi i mezzi

La fine del ‘regime speciale’ di cui hanno goduto fino a pochi giorni fa le spedizioni dirette di prodotti a basso valore dalla Cina agli Usa sta provocando diversi scossoni a vari livelli.
Un (prevedibile) impatto notevole si sta osservando sul mercato del trasporto aereo merci sulle rotte transpacifiche, dove quello che si riscontra è un prepotente calo della capacità dislocata.
La società di consulenza di settore Rotate, che sta tenendo monitorato questo parametro, ha offerto negli ultimi giorni una cronaca quasi giornaliera del suo andamento, evidenziando cali sempre più marcati. Già nei tre giorni precedenti la scadenza del 2 maggio, i livelli di stiva sul corridoio – aveva rilevato – erano in media inferiori dell’11% ai corrispondenti tre giorni della settimana precedente. A livello globale, tre giorni dopo gli analisti hanno rilevato una flessione del 30% della capacità rispetto a 7 giorni prima, il livello più basso di offerta di stiva riscontrato dal precedente Capodanno cinese, caduto lo scorso febbraio, equivalente a circa 30 freighter attivi in meno ogni giorno. A differenza di quanto sta accadendo nel trasporto marittimo (con i carrier che stanno rapidamente dirottando stiva sulle linee Asia – Europa), quindi, le compagnie aeree sembrano al momento non aver spostato i mezzi su altre tratte, preferendo tenerli fermi.
L’analisi dei giorni successivi appare coerente con questa interpretazione. Il 6 maggio Rotate rilevava infatti a livello globale come la capacità offerta durante la stessa giornata fosse inferiore alla media di aprile per circa 4mila tonnellate, ovvero 40 freighter in meno. L’ultimo aggiornamento, relativo a ieri, evidenziava come fossero circa 50 gli aerei merci di grandi dimensioni (B777 o B747), rimasti inattivi a livello globale per almeno tre giorni, una quota pari al 10% del totale.
Una correzione rispetto a questo trend, sehgnala Rotate, potrebbe arrivare dalle spedizioni di fiori dall’America Latina, mentre una parte della stiva potrebbe essere utilizzata per invii di ciliegie Usa verso alcuni mercati asiatici, un segmento che secondo Rotate offre una certa stabilità e prevedibilità in questo contesto complesso. In particolare gli analisti stimano che la domanda per queste spedizioni andrà dalle 5.000 tonnellate mensili di maggio alle 13.000 di luglio, con una quota significativa – 9.000 tonnellate – che si dirigerà in Cina. Altri mercati di destinazione saranno la Corea del Sud, il Giappone e Taiwan.
Tornando agli effetti diretti della fine dell’esenzione de minimis, uno dei più evidenti finora è la decisione di Temu di sospendere del tutto le spedizioni dirette dalla Cina negli Usa. Un portavoce dell’azienda ha confermato al canale televisivo Cnbc che “tutte le vendite negli Stati Uniti sono ora gestite da venditori locali” e saranno evase “all’interno del Paese”, pertanto senza costi aggiuntivi. A questo scopo la società ha anche “reclutato attivamente venditori statunitensi per unirsi alla piattaforma”.
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