E-commerce e droni daranno forma al cargo aereo italiano nel prossimo futuro
Nella sua analisi Guzzo (Uniontrasporti) ha fotografato ruolo, peso e direttrici dell’export che si muove dalla Penisola per via aerea

Lo sviluppo dell’e-commerce e l’utilizzo di droni sono due fenomeni che contribuiranno a dare forma alle spedizioni aeree italiane nel prossimo futuro. Riguardo l’affermarsi degli acquisti on line, in particolare b2c, le analisi dell’Osservatorio del Politecnico di Milano hanno mostrato infatti anche nel 2024 la loro sempre maggiore incidenza sul totale del retail (13%, contro il 12,5% dell’anno prima). Relativamente all’impiego di velivoli a guida autonoma, il 2025 potrebbe essere l’anno in cui le lunghe sperimentazioni inizieranno a trasformarsi in offerte commerciali vere e proprie. Lo ha evidenziato Rosanna Guzzo, Responsabile Area Trasporti, Logistica e Infrastrutture di Uniontrasporti, nel suo intervento pronunciato in apertura dei lavori del III Forum di AIR CARGO ITALY – in questa edizione dal titolo ‘Nuove forme e volumi nel cargo aereo in Italia’ – andato in scena oggi presso l’Hotel Sheraton di Malpensa.
Nella sua analisi Guzzo ha in primis offerto uno spaccato di quanto osservato sul mercato del cargo aereo italiano nel 2024 relativamente agli scali che lo hanno movimentato.
Come già visto, questi lo scorso anno hanno gestito (tra import ed export) merce per 1,25 milioni di tonnellate – delle quali 1,18 avio, 0,02 di superficie e 0,05 di prodotti postali – dato più alto dal 2020 a questa parte e in aumento del 15% sul 2023. I mesi migliori si sono rivelati quelli di luglio, ottobre e maggio, mentre guardando alle categorie servite le industrie principali sono state quelle di tecnologiche, farmaceutiche, assistenza sanitaria, moda, alimentari, che al settore delle spedizioni aeree chiedono soprattutto rapidità, affidabilità e alto valore.
“Il trasporto aereo di merci” ha proseguito Guzzo “rappresenta una componente fondamentale dell’export italiano, soprattutto per beni di alto valore o che richiedono consegne rapide”. Questa considerazione si è rivelata valida anche per il 2023, anno in cui il peso delle esportazioni uscite dai confini nazionali per via aerea è stato pari allo 0,8% in volume del e al 9,7% in valore. A viaggiare verso l’estero per via aerea sono diverse tipologie di merci di produzione italiana. In tonnellate (elaborazione Uniontrasporti su dati Istat, Coeweb) le principali sono state quella di macchinari e apparecchi metallici e tessili, abbigliamento e prodotti in cuoio, entrambe categorie ‘pesanti’ per oltre il 20% del totale esportato nel 2023.
Una fetta inferiore (circa il 20%) è stata rappresentata da chimici, gomma e plastica, mentre quote via via minori sono state rappresentate da mobili, mezzi di trasporto e metalli.
Le destinazioni principali, ha evidenziato Guzzo, sono state in primis l’Asia (46%) e in seconda battuta le Americhe (43%). Verso mercati europei si è diretto il 16% della produzione esportata per via aerea, mentre Africa e Oceania hanno contato entrambe solo per una quota del 2%. Guardando invece alle importazioni, in tonnellate la merce principale è stata rappresentata da macchinari e apparecchi metallici (con una quota in peso superiore al 40%), seguiti da chimici, gomma e plastica (circa il 20%). Seguono i metalli, che pesano per oltre il 10%, mentre tessili e mobili si sono assestati nel 2023 su livelli inferiori. Un quadro su cui
già lo scorso anno si è andata a innestare una fortissima componente di traffici e-commerce, tra cui quelli di fast fashion che hanno avuto come base proprio l’aeroporto di Malpensa.
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