La Casa Bianca abbatte i dazi (54%) anche sulle spedizioni in ‘de minimis’
Un Executive Order chiarisce che anche i beni di valore inferiore agli 800 dollari godranno di una riduzione delle tariffe a partire dal 14 maggio

L’accordo Usa – Cina sui dazi annunciato ieri coprirà anche le spedizioni in regime di ‘de minimis’, ovvero quelle di valore inferiore agli 800 dollari. Sebbene il tema non fosse stato trattato né nelle note ufficiali né nelle dichiarazioni alla stampa, è stato poi un Executive Order firmato dal presidente degli Usa Donald Trump a fare chiarezza sulla questione con un paragrafo ad hoc nel quale è indicato che le relative imposizioni sugli invii dalla Cina scenderanno dal 120% al 54% o saranno pari una fee base di 100 dollari. Anche questa misura, come le altre annunciate ieri, sarà effettiva dal prossimo 14 maggio.
L’esenzione cosiddetta ‘de minimis’, applicata su merce del valore di massimo 800 dollari di provenienza cinese, era stata eliminata a febbraio da Trump, che al suo posto aveva introdotto dazi al 120% o di 200 dollari (a partire da giugno). Il particolare regim Usa, che risaliva al 1938, era considerato una dei più generosi al mondo, considerando che ad esempio in Ue la soglia è fissata a 150 dollari, e ha favorito l’ingresso di merce cinese nel paese, inclusa quella illegale quale il fentanyl e i suoi precursori chimici.
Tra i maggiori beneficiari del ‘de minimis’ ci sono rivenditori online Shein, Temu e AliExpress. La loro crescita ha spinto Amazon ad avviare un proprio servizio di sconti, Haul, che consente ai venditori di spedire direttamente dalla Cina articoli da 5 dollari e altri oggetti utilizzando il de minimis.
Secondo le stime di Nomura, la Cina lo scorso anno ha esportato in tutto il mondo beni per un valore di 240 miliardi di dollari tramite spedizioni dirette ai consumatori che hanno beneficiato dell’esenzione, per una quota pari al 7% delle sue vendite estere e al 1,3% del prodotto interno lordo. Secondo la società di analisi, la completa eliminazione del regime speciale rallenterebbe la crescita delle esportazioni cinesi di 1,3 punti percentuali e la crescita del Pil di 0,2 punti.
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