Sequestrata cocaina per 3 milioni di euro all’aeroporto di Torino
I 16 chilogrammi di droga purissima provenienti dal Perù sono stati intercettati grazie ad un’operazione congiunta tra Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e Guardia di Finanza

E’ stata sequestrata presso l’aeroporto Sandro Pertini di Torino una partita di cocaina che avrebbe fruttato sul mercato criminale circa 3 milioni di euro.
La droga, spiega l’Agenzia delle Dogane, era stata abilmente occultata una donna di origine peruviana nel bagaglio da stiva di un aereo della linea Lima-Torino, via Parigi, nascondendola nel doppiofondo della valigia e nelle fodere di alcune borse.
Nel corso dei controlli, i funzionari della Sezione Operativa Territoriale di Caselle dell’Ufficio delle Dogane di Torino e i militari della locale Compagnia della Guardia di Finanza, coadiuvati dall’unità cinofila delle Fiamme Gialle, hanno rinvenuto 42 involucri, tra flaconi di prodotti per la cosmesi, barrette di legno da infusione, matasse di fili da cucito e confezioni sigillate di cibo istantaneo, dove era nascosta la polvere bianca.
La donna è stata dunque arrestata per traffico internazionale di stupefacenti.
L’operazione, che è stata condotta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dalla Guardia di Finanza, costituisce un importante risultato nel contrasto alla moderna organizzazione del traffico di droga, il cui impatto, precisa l’Adm, secondo il Word Drug Report – rapporto pubblicato ogni anno dall’Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime), che mira non solo a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare l’impatto del problema mondiale della droga sulla salute, sulla governance e sulla sicurezza, ma anche ad aiutare gli Stati membri ad anticipare e affrontare le minacce poste dai mercati della droga e ad attenuarne le conseguenze – sta assumendo dimensioni tali da imporre misure concrete di prevenzione e contrasto a livello internazionale.
Il procedimento penale a carico della donna arrestata, sottolinea la nota, si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza dell’indagato sino alla sentenza definitiva.
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