Stop di una corte federale Usa ai dazi ‘reciproci’ di Trump
Secondo i giudici presidente ha travalicato i limiti della dall’International Emergency Economic Powers Act richiamata per imporre le tariffe
La corte federale Usa per il commercio internazionale ha bloccato i dazi ‘reciproci’ varati dalla Amministrazione Trump sostenendo che nell’imporli il presidente Usa ha travalicato i limiti della sua autorità. La sentenza è arrivata a seguito del ricorso presentato da parte di 12 Stati democratici e 5 società che si sono ritenuti danneggiati dalle misure.
Nel pronunciamento, che sta già dando il via a una battaglia legale tra i diversi corpi dello Stato, i giudici – tre magistrati nominati rispettivamente dagli ex presidenti Obama e Reagan, oltre che dallo stesso Trump – hanno evidenziato in particolare che il presidente avrebbe superato i poteri garantitigli dall’International Emergency Economic Powers Act, una legge del 1977 che, rileva il New York Times, tratta principalmente i temi di embargo e sanzioni internazionali, ma non quello dei dazi, e finora non era stata richiamata a sostegno di iniziative presidenziali in questo ambito.
A decadere sono in particolare i dazi del 10% annunciati nel corso del cosiddetto Liberation Day, ovvero lo scorso 2 aprile, sulle importazioni da diversi paesi tutto il mondo (e in molti casi ora sospesi, come sta avvenendo per la Ue), così come quelli più alti su Canada e Messico, nonché quelli alla Cina per la produzione del fentanyl. La sentenza non riguarda le tariffe doganali imposte da Trump su acciaio, alluminio e automobili, perché questi sono stati imposti su una differente base giuridica, ovvero la legge commerciale del 1962.
Il provvedimento della U.S. Court of International Trade concede all’esecutivo fino a 10 giorni per completare le necessarie azioni per far sì che venga interrotta la riscossione dei dazi ‘reciproci’ sulla merce in arrivo.
Contro la decisione della U.S. Court of International Trade, l’amministrazione Trump ha già dichiarato che presenterà appello, presso la U.S. Court of Appeals for the Federal Circuit di Washington; l’eventuale ultima battuta spetterà infine alla Corte Suprema.
Oltre all’approntamento del ricorso, il contrattacco della Casa Bianca è arrivato tramite le parole di un portavoce, che ha dichiarato: “Non sta a dei giudici eletti decidere come affrontare adeguatamente una emergenza nazionale”. Alcuni legali del Dipartimento di Giustizia hanno inoltre difeso la strategia del presidente evidenziando che la Us Court of International Trade non avrebbe il diritto di rivedere le sue azioni.
Secondo Ted Murphy, avvocato specializzato in commercio presso lo studio Sidley Austin interpellato dal NYT, la sentenza rappresenta un duro colpo all’agenda del presidente in materia di scambi commerciali, ma è probabile che l’amministrazione Trump chiederà una sospensione d’urgenza dei suoi effetti e parallelamente proverà a introdurre misure simili attraverso vie legali più tradizionali. In altre parole, la storia della guerra commerciale avviata da Donald Trump non finirà qui.
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