Dji e Nital sotto indagine dell’antitrust per i prezzi di vendita dei droni (anche cargo)
Secondo l’authority i due partner avrebbero messo in atto pratiche volte a limitare la capacità dei rivenditori di stabilirli autonomamente e applicare sconti

Dji Europe, parte del gruppo cinese Dji che produce droni per uso civile, e Nital Spa, che opera come suo distributore ufficiale in Italia, sono finiti sotto la lente dell’antitrust per presunte pratiche anticoncorrenziali.
Al centro dell’istruttoria, la vendita dei droni professionali (e quindi non per ‘uso ricreativo’) della linea Enterprise di Dji, che comprende anche alcuni modelli per il trasporto merci come il Flycart 30, e che viene svolta da Nital sia con canali fisici sia con portali online quali il sito Hobbyhobby.it. Secondo la ricostruzione pubblicata nell’ultimo bollettino della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Dji e Nital avrebbero messo in atto un sistema di fissazione dei prezzi di rivendita, vincolando i rivenditori italiani ad allinearsi ai listini pubblicati sul sito HobbyHobby.it, gestito dalla stessa Nital.
A dare il la all’indagine è stata la segnalazione di un rivenditore indipendente, che ha denunciato di avere ricevuto minacce di interruzione delle forniture e pressioni per uniformare i prezzi di vendita online a quelli di HobbyHobby, utilizzato quindi come ‘prezzario di riferimento’. Dall’indagine è emerso che Dji, in collaborazione con Nital, organizzava incontri con i rivenditori che risultavano praticare sconti sui droni enterprise, allo scopo di comprendere da quali fornitori si rifornissero e come riuscissero a praticare prezzi più bassi. Gli incontri, si legge nel bollettino, avevano anche lo scopo di “punire i fornitori dei rivenditori disallineati”. Alcuni tra questi ultimi risultano aver subito uno stop alle forniture, mentre tra i fornitori uno ha poi chiuso l’attività. Dall’indagine è inoltre emerso che, per un ampio numero di modelli, i rivenditori applicavano prezzi identici a quelli esposti sul sito di Nital, con una variabilità statistica prossima allo zero.
Sula base di questi riscontri, l’antitrust ha quindi concluso che le condotte contestate “sembrano configurare una o più intese verticali” con lo scopo di limitare la capacità dei rivenditori di stabilire il proprio prezzo di vendita online dei mezzi in questione. Da qui l’avvio di una istruttoria formale, nell’ambito della quale Dj Europe e Nital avranno ora 60 giorni di tempo per presentare le proprie difese e chiedere di essere sentite dall’Autorità.
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