Crescita moderata (+3%) anche a settembre per le spedizioni aeree globali
Secondo Xeneta il 2025 potrebbe chiudersi con un aumento della domanda del 3-4% sull’anno precedente
Il 2025 delle spedizioni aeree globali potrebbe chiudersi con una crescita della domanda del 3-4%, cioè meno peggio di quel che si era previsto nei mesi scorsi. Ne è convinta Xeneta, che per il mese di settembre ha riscontrato una domanda ancora superiore del 3% a quella di un anno fa (a fronte di un aumento di capacità disponibile della stessa entità).
“In quello che tradizionalmente verrebbe considerato l’inizio della peak season”, scrive la società di analisi, “la crescita della domanda ha rallentato al +3% su base annua”, dopo gli aumenti consecutivi del +5% di luglio e agosto.
Il ritmo sostenuto osservato durante l’estate, ha evidenziato Niall van de Wouw, Chief Airfreight Officer di Xeneta, è stato frutto della capacità del trasporto aereo delle merci di sfruttare le incertezze, intercettando sia la spinta al frontloading, sia il modal shift dal trasporto via mare per chi ha avuto necessità di spostare rapidamente merci prima dell’entrata in vigore delle tariffe.
Il rallentamento si è riflesso sui noli, che hanno registrato il quinto mese consecutivo di calo su base annua, per un -4% che ha portato le tariffe medie globali a 2,54 dollari per kg.
In particolare ha pesato la debole attività registrata sulle rotte transatlantiche e transpacifiche, mentre parallelamente si è riscontrato un aumento dei volumi sul corridoio Asia Europa (+4% nelle prime tre settimane del mese) dovuto alla crescita dei flussi e-commerce così come dall’incipiente arrivo della Golden Week cinese.
Questo particolare contesto, ha aggiunto ancora Xeneta, sta avendo alcuni effetti sulla scelta degli operatori di siglare contratti di trasporto. In particolare è risultata in aumento la quota di contratti semestrali, che nel terzo trimestre ha raggiunto il 22% (+9 punti percentuali rispetto a un anno prima), mentre è calata quella di contratti di durata superiore a un anno (ora pari solo al 2%, contro il 9% del terzo trimestre 2024).
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