Dallanoce: “Adesioni al Cargo Community System per oltre il 60% dell’export”
Sono 84 le aziende ‘entrate’ nel sistema informatico, ma non mancano i timori in vista della scadenza del prossimo 1 gennaio
Linate – L’adesione delle imprese della filiera delle spedizioni aeree di Malpensa al Cargo Community System dello scalo procede bene e anzi ha avuto una accelerata nel mese di settembre, che fa ben sperare in vista della scadenza del prossimo 1 gennaio 2024, data dalla quale la connessione all’ecosistema informatico diventerà obbligatoria. Tra gli operatori permane però la preoccupazione per un passaggio che potrebbe non essere indolore.
“Ad oggi – ha spiegato il responsabile merci di Sea, Paolo Dallanoce, intervenendo al convegno “Digitalizzazione di tutta la filiera cargo aereo, Malpensa esempio di successo” organizzato a Linate dal Propeller Club di Milano – sono 84 le aziende che hanno aderito, pari a circa il 60% dell’export gestito complessivamente nell’aeroporto”. il manager ha ripercorso il lungo (e per molto tempo poco fruttuoso) iter (l’avvio risale al 2013) che ha avuto l’adozione di una piattaforma informatica per la gestione delle merci nell’aeroporto. Fino all’avvio del progetto Fenix, finanziato dalla Commissione Europea, e infine un passaggio – la decisione di renderne obbligatorio l’utilizzo per gli operatori da inizio 2024, resa possibile da una variazione al regolamento di scalo – che ha spiegato essere stato una necessaria “forzatura, voluta da Anama ma anche da noi”.
Entrando nel dettaglio di quanto fatto finora, ha precisato Dallanoce, ad oggi il Ccs è “già in produzione con lo Smart Corridor, attivato per un segmento con un handler e uno spedizioniere”, cui si aggiungerà prossimamente un ulteriore corridoio. “Questa settimana e la prossima testeremo inoltre, rispettivamente, le app Smart Move per l’interscambio tra rampa e magazzino e Smart Unload, per pianificare la prenotazione dello scarico della merce in export”. Dopo il completamento della messa in produzione di tutti gli applicativi relativi alla gestione esportazioni, si passerà all’import.
E quindi a breve Malpensa sarà davvero un “esempio di successo” nella “digitalizzazione di tutta la filiera del cargo aereo”, come recitava il titolo del convegno? “Speriamo!” è stato il commento di Andrea Cappa, segretario generale di Anama, che pure – riprendendo un mea culpa già pronunciato in passato anche dal presidente dell’associazione Alessandro Albertini – ha ricordato come il percorso per l’introduzione di un cargo community system a Malpensa si sia rivelato per molto tempo inconcludente a causa anche dello scarso coinvolgimento degli spessi spedizionieri aerei. Le condizioni tuttavia ora sono diverse e per facilitare l’adesione delle società, ha spiegato Cappa, Anama ha anche attivato una convenzione con Cargostart per facilitare l’integrazione tra i sistemi informatici delle singole imprese con il Ccs di Malpensa.
A esprimere soddisfazione per il percorso avviato da Sea, ma anche marcati timori sulla sua traduzione pratica, è stata Betty Schiavoni. La vicepresidente di Alsea ha esortato la categoria degli spedizionieri a non dimenticarsi infatti dell’autotrasporto. “Ci sono molti piccoli trasportatori che dovete formare” – ha detto, in riferimento sempre alla loro integrazione nel Cargo Community System – “altrimenti a gennaio (quando il regolamento di scalo renderà obbligatorio per tutti l’adesione al sistema informatico, ndr), rischieremo che la loro merce venga respinta”. Schiavoni ha poi esteso il suo appello alla categoria degli handler (“Ci dovranno mettere a disposizione più porte e più squadre per avere un maggiore scarico della merce”), a Sea (“Deve intervenire sulle infrastrutture”), nonché ai rappresentanti dell’industria. “Abbiamo bisogno della collaborazione della aziende produttrici, non è possibile che la merce sia pronta per la consegna sempre tutta al venerdì pomeriggio”), ha aggiunto, invitandoli a una migliore pianificazione e collaborazione.
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