Dhl si sfila dalla competizione per rilevare Db Schenker
L’azienda parte del gruppo Db non è “una buona soluzione” per la società connazionale
Dhl si sfila dalla partita per l’acquisizione di Db Schenker, entrata nel vivo nelle scorse settimane e in cui, secondo i rumors, sarebbero coinvolti circa 25 interessati. Intervistato dalla Cnbc, l’amministratore delegato del gruppo, Tobas Meyer, a una domanda specifica ha infatti risposto: “Semplicemente, non vediamo Schenker come una buona soluzione per noi”. Più nel dettaglio, il vertice del gruppo tedesco ha spiegato che, nonostante la posizione debitoria in aumento, Dhl “avrebbe la forza per compiere grandi operazioni di M&A” ma che il management ha deciso di “impiegare il capitale nel modo più saggio possibile” con l’obiettivo di avere un buon ritorno. In particolare, ha aggiunto, l’azienda vede molte opportunità nell’ambito dell’e-commerce, mentre tornando sul tema dell’indebitamento ha spiegato come la locazione di magazzini “in giro per il mondo” sia la principale voce di costo, ma che questo non preoccupa perché si tratta di costi legati all’espansione del business, in particolare negli Stati Uniti.
Nell’intervista al canale televisivo statunitense, il vertice di Dhl ha anche commentato l’andamento del gruppo nell’anno che si è appena chiuso e le prospettive connesse alla crisi del Mar Rosso. Questa al momento, ha detto Meyer, non preoccupa più tanto l’azienda: “Certi flussi di entrate sono in ritardo perché i carichi arrivano dopo e quindi anche la fatturazione arriva dopo” ha affermato, spiegando che questo però “non farà grande differenza sui nostri risultati trimestrali e annuali”. Certamente la situazione avrà “un impatto per i nostri clienti, che ci chiedono quale sia la miglior modalità di trasporto. Abbiamo anche il problema di far circolare i container” ha concluso al riguardo Meyer, aggiungendo di non temere per un boom dei noli dato che la domanda di trasporto è molto più debole di quella del periodo della crisi pandemica, mentre di contro l’offerta è maggiore “e crescerà durante l’anno”.
Proprio rispetto all’andamento degli scambi commerciali, l’ad di Dhl ha espresso invece dei timori, non solo per il rallentamento della Cina ma anche per quello che si osserva nel Vecchio Continente. L’azienda, ha affermato, è piuttosto delusa dal fatto “questi flussi siano rimasti deboli anche in Europa, sia nel quarto trimestre 2023 sia in questa prima parte dell’anno”.
Passando alla lettura dei risultati per il 2023, diffusi proprio quest’oggi dall’azienda, si apprende che lo scorso anno Dhl ha sviluppato un volume d’affari di 81,8 miliardi di euro (erano 94,4 miliardi nel 2022), con un Ebit di 6,3 miliardi (a fronte degli 8,4 dell’anno precedente). Per il 2024 il gruppo ha detto di non aspettarsi un cambio di scenario, in positivo, nella prima parte dell’anno, ma anzi di prevedere un declino ulteriore in alcuni mercati. Prospettive migliori invece sono quelle relative al secondo semestre. Complessivamente, per il 2024 Dhl ha aggiunto di attendersi un Ebit tra i 6 e i 6,6 miliardi di dollari e flussi di cassa, al netto di eventuali operazioni di M&A, per 3 miliardi. Allargando lo sguardo al medio periodo, ha infine aggiunto di stimare di poter ottenere un risultato operativo di 7,5-8,5 miliardi di euro al 2026.
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