“Impatto sul commercio epocale”, Ups preannuncia 20mila licenziamenti
Il corriere ha annunciato l’intenzione di ridurre le consegne effettuate per Amazon, che oggi rappresenta l’11,8% dei suoi ricavi

Ups ha annunciato che taglierà 20.000 posti di lavoro e che chiuderà 73 impianti, con l’intento di ridurre i costi dato il quadro economico incerto, e che ridimensionerà il peso di Amazon, suo principale cliente, il quale nel 2024 ha rappresentato l’11,8%% dei suoi ricavi.
Lo riferisce Reuters, evidenziando che questa mossa rende il corriere la prima grande società Usa a rispondere con licenziamenti su larga scala ai rallentamenti dell’economia a seguito delle politiche daziali dell’amministrazione Trump.
“Il mondo non affronta impatti potenziali sul commercio di questa portata da oltre 100 anni” ha commentato la Ceo del gruppo Carol Tome. Ups ha inoltre spiegato, nel suo ultimo report trimestrale diffuso nei giorni scorsi, che a causa dell’incertezza economica non fornirà indicazioni rispetto al suo andamento atteso nel 2025.
Riguardo il rapporto con Amazon, in una intervista rilasciata al canale televisivo Cnbc la stessa Tome ha affermato: “La nostra relazione dura da trent’anni. Sono il nostro più grande cliente, ma non sono il più redditizio”. Considerato che il contratto in essere tra i due operatori è in scadenza nel 2025 e avrebbe dovuto essere rinnovato, ha aggiunto, Ups ha deciso di ridurre del 50% le consegne per Amazon entro la metà del 2026. “Questo significherà che le nostre spedizioni caleranno dell’8,5% nel 2025, i ricavi del 2%, ma i nostri utili cresceranno del 14,5%”. Secondo Tome, i minori volumi di Amazon potranno essere compensati da altre attività, tra cui quella delle consegne per clienti medio-piccoli, “un segmento che ora rappresenta il 29% del totale del business negli Usa e che faremo crescere al 32% nel 2025 e al 35% entro il 2026”.
Oltre che al programmato calo delle consegne per Amazon, Ups, rileva Reuters, sta inevtifronteggiando anche il calo delle spedizioni da parte di portali e-commerce cinesi come Temu e Shein.
Tornando ai risultati del primo trimestre, questi hanno visto ricavi in calo (-0,7%) a 21,5 miliardi di dollari, con una crescita però dell’1,4% sul mercato interno Usa (a 14,46 miliardi di dollari). Gli utili operativi sono invece aumentati del 3,3% a 1,7 miliardi di dollari.
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