Moretto (Fedespedi): “Ecco il mio programma alla guida degli spedizionieri italiani”
A meno di un mese dalla sua nomina al vertice della Federazione nazionale delle imprese di spedizioni internazionali (Fedespedi), la neopresidente Silvia Moretto concede la sua prima intervista a AIR CARGO ITALY delineando quali saranno le linee strategiche più importanti del suo mandato triennale. Dovendole sintetizzate con alcune parole chiave sembrano essere: giovani, digitalizzazione, resilienza, […]
A meno
di un mese dalla sua nomina al vertice della Federazione nazionale delle
imprese di spedizioni internazionali (Fedespedi), la neopresidente Silvia
Moretto concede la sua prima intervista a AIR CARGO ITALY delineando quali
saranno le linee strategiche più importanti del suo mandato triennale.
Dovendole sintetizzate con alcune parole chiave sembrano essere: giovani,
digitalizzazione, resilienza, semplificazione, dialogo, unità e unicità.
Presidente
quali elementi di continuità e quali di discontinuità vedremo con il suo
predecessore al vertice della Federazione?
“Sicuramente la Federazione ha
esperienza nell’organizzazione di convegni, seminari e corsi di formazione di
qualità, apprezzata dalle imprese associate e che intendiamo proseguire: il 6
marzo parte la 3° edizione del corso per ‘Responsabili delle Questioni doganali’
riconosciuto dall’Agenzia delle Dogane ai fini dell’ottenimento
dell’autorizzazione AEO. Sempre nell’ambito dei servizi alle imprese grande
importanza rivestono: la consulenza
legale, giuslavoristica e fiscale, da una parte, e il supporto di dati, trend e
statistiche utili alle imprese, forniti dal nostro Centro Studi, dall’altra. Inoltre,
desidero che l’attività del Centro Studi Fedespedi diventi strumento per dare
visibilità alla Federazione, anche a livello internazionale, in Clecat e Fiata.
Intendo rilanciare il Gruppo Giovani
Spedizionieri, che sta già ricevendo adesioni da tutta Italia. Vorrei che i
talenti e le competenze dei giovani venissero valorizzate in associazione, sia
nel lavoro delle Sezioni e dei gruppi, sia per progetti speciali, come la nuova
comunicazione digital e social della Federazione, in coordinamento con
l’ufficio Comunicazione”.
Quali
secondo lei saranno le principali sfide che dovranno affrontare gli
spedizionieri nei prossimi anni coincidenti con il suo mandato?
“Assistiamo alla tendenza da parte dei
grandi gruppi armatoriali alla verticalizzazione delle attività di gestione
della supply chain, all’arrivo di nuovi player potenzialmente disruptive sul mercato logistico e
distributivo, come Amazon. Riteniamo che sia fondamentale che tutti gli attori
possano operare a parità di regole: non ci devono essere deroghe che agevolino
la crescita e l’espansione oligopolistica su più mercati di alcuni a discapito
di altri.
Nell’immediato ci aspetta la sfida della
Brexit che, se da un lato porterà con sè disagi organizzativi ed incertezza,
dall’altro spingerà molte aziende a riposizionarsi in altri Paesi comunitari,
tra i quali l’Italia che dovrà tuttavia lavorare sulla semplificazione delle
procedure e dei controlli.
Poi
c’è il tema della digitalizzazione, prioritaria anche per il nostro settore e
che sta imponendo un cambio di passo alle aziende associate. La tecnologia
Blockchain è ancora embrionale, ma l’interesse cresce velocemente anche in
termini di numerosità dei progetti e delle sperimentazioni. Sarebbe auspicabile
attivare una partnership tra pubblico (magari con il neonato Gruppo di esperti
sulla blockchain del MiSE) e privato per arrivare a una certificazione univoca
del dato digitale nel transito delle merci.”
Quali
azioni la categoria degli spedizionieri sarà chiamata in concreto a mettere in
atto?
“Ritengo che la categoria, per la
stragrande maggioranza formata da aziende piccole e medie, vada supportata con
le attività core di Fedespedi: consulenza, formazione e tutela anche nelle sedi
istituzionali. Le sfide del contesto attuale vanno affrontate con
determinazione, volontà di innovazione e
focalizzazione da parte delle singole aziende, e la Federazione è chiamata ad
agevolarle erogando servizi di qualità e promuovendo la creazione di un terreno
fertile in termini di chiarezza normativa e semplificazione burocratica intorno
a loro.”
Una
misura urgente e irrinunciabile che Fedespedi chiede al Governo?
“Tutte le imprese che lavorano nel
settore logistico e del commercio internazionale oggi devono confrontarsi con
un groviglio di leggi, normative e regolamenti (talvolta confliggenti tra loro e
accumulatesi nel tempo) che ne rallenta l’attività e ne impedisce la
competitività rispetto alle imprese che operano in altri Paesi europei. Questa
disomogeneità di condizioni è tra le principali fonti di rischio per le nostre
imprese. Per questo abbiamo apprezzato l’iniziativa di Confetra, che ha
proposto al Cnel di avviare una serie di consultazioni con le associazioni di
categoria per arrivare all’elaborazione di un progetto di legge sulla
semplificazione delle normative applicate nel settore della logistica e dei
trasporti (la cosiddetta Bassanini delle merci) da portare presto in
Parlamento.
Inoltre, con l’ultimo Consiglio direttivo,
Fedespedi ha prodotto, dopo un intenso lavoro da parte della Sezione legale, la
propria proposta di modifica della disciplina civilistica del contratto di
spedizione e trasporto. È una battaglia molto importante per la nostra
categoria, che porteremo avanti nelle sedi opportune. Oggi, infatti, la
normativa che ci riguarda non è più adeguata ai tempi. E non si tratta di un
problema di forma, ma di sostanza. L’immagine vetusta che la legge propone
della nostra categoria ci penalizza ogni giorno nelle relazioni con i nostri stakeholder primari: il settore
produttivo, la nostra manifattura. Chiediamo, dunque, che ci venga riconosciuta
una nuova identità specifica a livello di disciplina normativa, che rispecchi
la nostra attività e il nostro valore aggiunto. Siamo fornitori strategici per
l’industria italiana: offriamo professionalità, competenze e un patrimonio
insostituibile di esperienza.”
Fino ad oggi ritiene che il cargo aereo sia stato il “fratello minore” delle spedizioni via mare in Italia?
“Ritengo
che il cargo aereo sconti in Italia una minor presenza (in termini numerici) di
testate specializzate che trattino approfonditamente la materia.
Altra
cosa che sta pesando sul cargo aereo italiano è la debolezza di Alitalia e
l’incertezza (ancora oggi esistente) sulla sua sorte, in termini societari e di
progetto industriale. Ricordo che la presenza di una compagnia nazionale
garantisce la connettività con voli diretti e incide anche sull’immagine, in
termini di riconoscibilità degli scali aeroportuali, dunque non è un fattore
secondario per lo sviluppo del settore aereo.
Detto
questo, però, penso che prevalgano gli aspetti positivi: a fronte della sua
minore incidenza sul traffico merci (la quota del cargo aereo è del 2% sul
totale), la modalità aerea rappresenta oltre il 20% del valore delle merci
movimentate. Malpensa, il principale hub italiano, vanta un traffico in
import/export che vale 44 miliardi di euro, il 2,7% del PIL italiano.
Impossibile pensare, numeri alla mano, che il cargo aereo sia marginale per la
nostra economia. Anzi è uno dei comparti più dinamici del settore delle
spedizioni internazionali e destinato a essere protagonista di evoluzioni
importanti nel prossimo futuro, grazie anche alla forte spinta dell’e-commerce
(previsto in crescita esponenziale nei prossimi anni).
Anama,
affiliata di Fedespedi, ha avviato nell’ambito del Cluster Cargo Aereo, un
importante progetto di analisi del settore: l’Osservatorio Cargo Aereo. Lo
studio, i cui risultati verranno presentati questa primavera, servirà agli
operatori per avere un’idea dello stato dell’arte dei principali aeroporti
cargo italiani, Milano Malpensa e Roma Fiumicino, e come strumento per
verificarne la competitività rispetto alle principali realtà aeroportuali
europee. Inoltre, sarà solida base per un dialogo costruttivo con le
amministrazioni pubbliche e i gestori delle infrastrutture, che parta da dati
certi, standard e best practice
consolidate a livello internazionale.”
Da
anni è noto che ci siano state (e siano ancora latenti)
tensioni in particolare fra le associazioni territoriali degli spedizionieri
genovesi e quelli milanesi. Anche la sua nomina è arrivata non senza qualche
malumore da parte di alcuni. Come pensa di ricompattare una categoria che oggi
è forse l’unica a non essersi ancora scissa nel settore della logistica?
“L’unità e l’unicità della nostra Federazione, come lei ha giustamente sottolineato, sono i valori portanti di Fedespedi e la misura del peso specifico della nostra categoria, consapevole che solo attraverso un fronte compatto saprà far sentire la sua voce. Certamente l’unità non va data per scontata: chiede responsabilità da parte di tutti, in primis di chi ne è alla guida. Va costruita con dialogo e inclusione, attraverso l’ascolto dei territori, dando valore alle attività e alle competenze delle diverse componenti associative, promuovendo la partecipazione attiva e offrendo alle imprese una consulenza di qualità. Su questo Fedespedi baserà la propria leadership nei prossimi anni e spero che questo possa generare interesse, impegno e rinnovato senso di appartenenza da parte di tutti gli associati, in particolare dei giovani spedizionieri.”
Nicola
Capuzzo