Budget più che doppio (12,5 mln) e procedura negoziata per i trasporti aerei cargo della Difesa
Il ministero avvia una procedura negoziata con operatori già noti (inclusa Dsv) per affidare il servizio fino a fine anno

Dopo il fallimento della gara avviata lo scorso marzo (e a pochi giorni dalla scadenza del contratto attualmente in vigore per il servizio), il ministero della Difesa torna a cercare un operatore per l’attività di trasporto aereo cargo di mezzi e materiali delle Forze Armate, nazionale e internazionale, nel periodo compreso tra il 1 luglio e il 31 dicembre di quest’anno.
A svolgerlo ad oggi è Dsv, operatore che si era aggiudicato la gara precedente, risalente al 2021, sulla base di una proroga decisa unilateralmente dallo stesso dicastero dopo che la società, lo scorso dicembre, si era detta indisponibile ad accettare una ripetizione del contratto alle condizioni precedenti, per via sia degli aumenti del prezzo del jet fuel, sia della scarsa disponibilità sulla piazza di aerei del tipo di quelli richiesti, venuta meno con lo scoppiare della guerra in Ucraina.
Un nuovo tentativo, quello attuale (in attesa di avviare in futuro attraverso una nuova procedura a evidenza pubblica), che la Difesa ha deciso di avviare seguendo la modalità della procedura negoziata e soprattutto rivedendo al rialzo (o meglio, più che raddoppiando) il budget a disposizione. Il nuovo iter, si apprende, è stato infatti avviato dopo alcuni approfondimenti volti a valutare da un lato “l’esigenza e la sostenibilità economico-finanziaria” dell’appalto ma anche se davvero fosse “imprescindibile” l’utilizzo degli aerei ‘oversize’, più difficili e costosi da fissare (quesito a cui l’analisi ha dato risposta positiva).
Per questo “contratto-ponte”, il ministero ha quindi scelto come detto la modalità della procedura negoziata con operatori già noti. Tra questi, la “società che attualmente garantisce il servizio”, e cioè Dsv, ma anche gli operatori economici accreditati presso la Direzione Generale per lo specifico settore oggetto d’appalto nonché le altre società che negli anni precedenti “hanno partecipato e/o manifestato interesse e/o formulato FAQ in merito al servizio”). A dare qualche speranza su una maggiore partecipazione è però forse è il nuovo budget a disposizione: dai 6,15 milioni di euro della gara di marzo, si passa infatti ora a una disponibilità di 12,5 milioni, che peraltro potrà arrivare a toccare i 18,75 milioni “in caso di stipula di eventuale atto aggiuntivo, nei limiti del 50% del valore del contratto dovuto ad imprevedibili ed ulteriori esigenze collegate alle “missioni fuori area”.
Nessuna novità si registra invece rispetto al tipo di viaggi richiesti. Per dare una idea di massima del tipo di attività da svolgere, il ministero rimanda ancora allo storico degli anni passati, che per quanto riguarda il 2022 ad esempio si era articolato in 57 trasporti, dei quali 50 operati da Ilyushin Il-76 e 7 da An-124 (nessuno invece con B 747-400). Le rotte percorse dagli Antonov in particolare sono state quelle tra l’Italia e gli scali polacco di Rzeszow, nigerino di Niamey, verso gli aeroporti iracheni di Baghdad ed Erbil e verso quello islandese di Keflavik. Con gli Il-76 sono state invece curate spedizioni su rotte tra Iraq e Kuwait (rispettivamente, gli aeroporti di Baghdad ed Erbil e quello di Ali Al Salem), tra l’aeroporto maliano di Gao e quello di Cotonou in Benin, nonché tra Mogadiscio, Djibuti e la Somalia.
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