Compromesso sui dazi al 15% fra Stati Uniti ed Europa
Il settore farmaceutico fuori dall’accordo, le tariffe su acciaio e alluminio al momento rimangono ancora al 50%

In Scozia si è chiusa, almeno per il momento, la partita sui dazi fra Unione Europea e Stati Uniti. Si è conclusa dopo un incontro fra Donald Trump e Ursula von der Leyen che ha confermato la tariffa base del 15% che, nei giorni scorsi, era stata concordata.
La presidente della Commissione è volata al resort Trump Turnberry accompagnata dal caponegoziatore Maros Sefcovic e dal team tecnico che per lunghi mesi ha provato ad ammorbidire le posizioni americane.
“L’Ue effettuerà 600 miliardi di investimenti negli Usa e ci acquisterà 750 miliardi di energia”, ha esultato il tycoon che, prima dell’incontro, si era prodotto nell’ennesimo attacco all’Europa sul terreno preferito: l’immigrazione e il Green Deal. Washington ha ottenuto che il settore farmaceutico sia fuori dall’accordo e, di fatto, ha ottenuto quel riequilibrio delle relazioni commerciali che ha chiesto con veemenza sin dall’inizio del suo mandato. “Voglio ringraziare personalmente Trump, è un grande negoziatore ma anche un dealmaker” gli ha concesso von der Leyen. “Ursula ha fatto un grande lavoro per l’Ue, non per noi” era stata la provocazione di Trump nelle prime battute del vertice.
Per l’Europa, ha assicurato von der Leyen, il bicchiere è mezzo pieno. “Non dimentichiamo da dove siamo partiti”, ha spiegato la presidente ricordando che il settore dell’auto è stato incluso nella tariffa del 15% e rimarcando che l’accordo apre le porte del mercato americano alle imprese del Vecchio Continente. Il 15%, ha spiegato, riguarderà anche i semiconduttori e il farmaceutico, sebbene su questo ultimo punto Trump non abbia detto la stessa cosa. Non solo. Sui cosiddetti “prodotti strategici” la tariffa sarà dello 0%, ha ricordato la numero uno dell’Ue. Che riesca a convincere tutti e 27 leader europei non è assolutamente scontato. Ma, al momento, la Commissione non prevede misure di ristoro per i settori più colpiti.
Di contro von der Leyen ha spiegato di voler accelerare sulle intese commerciali in cantiere, il Mercosur in primis ma anche le partnership con il Sud-Est Asiatico e l’Estremo Oriente. Ma il punto più importante, ha sottolineato, è che l’intesa “ridarà stabilità” in un momento in cui l’Europa cominciava a sentire il prolungarsi dell’incertezza della seconda era trumpiana.
Tra i tasti più dolenti, per l’Ue, certamente figura quello dell’acciaio e dell’alluminio. “Non cambierà nulla”, quindi resteranno al 50%, ha chiuso Trump nel punto stampa. Ma a Bruxelles assicurano che la partita non è ancora chiusa. Solo che andrà condotta una volta spenti i riflettori.
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