Per il Wto scambi globali merci in lieve crescita (+0,9%) nel 2025
La spinta del frontloading fa slittare gli effetti negativi delle politiche tariffarie alla seconda metà del 2025 e al 2026

Dopo la crescita del 2,9% registrata lo scorso anno (osservata per tutte le macroregioni a eccezione di quella europea), per il 2025 il Wto ha svelato ora di attendersi un nuovo aumento nello scambio globale delle merci, nella misura dello 0,9%.
L’organizzazione mondiale per il commercio ha reso note le sue previsioni in un bollettino che aggiorna sia la stima di una progressione del 2,7% comunicata a inizio anno, sia quella di una flessione dello 0,2%, resa nota ad aprile dopo che il presidente Usa Donald Trump aveva svelato nel dettaglio i suoi piani in materia di politica doganale.
A ‘migliorare’ i dati rispetto alla precedente previsione, spiega lo stesso Wto, è il fenomeno del frontloading – ovvero le spedizioni anticipate, attivate proprio in vista dell’entrata in vigore delle tariffe – che si è osservato in particolare nelle importazioni Usa nei primi mesi dell’anno e che in sostanza farà slittare il momento in cui l’effetto dazi potrà osservarsi in pieno, in parte alla seconda parte del 2025 ma ancora di più al 2026, anno per il quale la stima del Wto parla ora di un calo degli scambi di merci dell’1,8%. Altri fenomeni che contribuiscono positivamente sono la tregua Usa-Cina, le esenzioni previste per il settore automotive ma anche la svalutazione del dollaro Usa rispetto ad altre valute e il calo dei prezzi del petrolio.
“L’anticipo delle importazioni e il miglioramento delle condizioni macroeconomiche hanno fornito un modesto sostegno alle prospettive per il 2025. Tuttavia, l’impatto completo delle recenti misure tariffarie è ancora in corso” ha commentato il direttore generale dell’organizzazione Ngozi Okonjo-Iweala, secondo la quale “l’ombra dell’incertezza tariffaria continua a pesare fortemente sulla fiducia delle imprese, sugli investimenti e sulle catene di approvvigionamento”.
Guardando più da vicino l’andamento atteso, l’analisi stima che nel 2025 le economie asiatiche resteranno alla guida degli scambi, ma che nel 2026 il loro peso andrà diminuendo. Il Nord America fornirà contributi negativi in entrambi gli anni, ma nel 2025 in modo minore rispetto al previsto proprio per via del frontloading osservato nel primo trimestre. Parallelamente l’apporto europeo per l’anno in corso risulterà leggermente negativo, per migliorare il prossimo.
Ancora più nel dettaglio, le importazioni in Nord America secondo le stime caleranno nel 2025 dell’8,3% (dal -9,6% previsto inizialmente), per attestarsi al -2,4% nel 2026. Le esportazioni invece fletteranno del 4,2% quest’anno per recuperare lo 0,7% nel 2026. Nel frattempo, l’export europeo si contrarrà quest’anno dello 0,9% per poi crescere del 3,6% il prossimo, mentre il suo import salirà rispetivamente dello 0,4% e del 2,7% . Infine le vendite estere dei paesi asiatici aumenteranno del 4,9% quest’anno e dell’1,3% nel 2026, mentre le importazioni nell’area saliranno del 3,3% nel 2025 e del 2,8% il prossimo anno.
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